Cos’è la psicoterapia sistemico-relazionale
L’approccio sistemico-relazionale si concentra su quanto avviene nell’ambito delle relazioni umane: l’attenzione del terapeuta è rivolta, oltre che all’individuo, alle sue relazioni ed alle dinamiche tra individui. Ognuno di noi vive al centro di una complessa rete di relazioni che ciinfluenzano e sono da noi influenzate. Con il tempo le relazioni più importanti della nostra vita ci insegnano cosa possiamo e non possiamo fare, ci indicano le strade che possiamo percorrere e quelle che ci sono proibite. Questo lungo processo ci porta ad indossare delle lenti con cui leggiamo il mondo. La terapia sistemica lavora su queste lenti. La famiglia rappresenta uno dei più importanti sistemi di cui facciamo parte: è il primo che conosciamo e lo portiamo dentro di noi per tutta la vita. L’evoluzione del sistema familiare trova la sua comprensione nell’arco almeno di tre generazioni.
Nell’ambito dei vari approcci psicoterapeutici la terapia sistemico-relazionale vede il disagio psichico come il risultato di uno squilibrio che si crea nei sistemi in cui l’individuo vive le proprie relazioni significative (tipicamente la coppia, il nucleo familiare, la famiglia allargata). Il sintomo è letto come un segnale di disagio che nasce all’interno di un contesto relazionalein quel momento non corrispondente alle esigenze evolutive della persona o della famiglia. Ibisogni umani vengono soddisfatti all’interno di relazioni. Se queste relazioni, per diversi motivi, non riescono a soddisfare i bisogni propri di una persona in quella specifica fase evolutiva, si può creare un blocco che crea disagio e sofferenza all’individuo. Pertanto l’individuo attraverso il sintomo si fa portavoce di una istanza che coinvolge in realtà i vari componenti della famiglia. Ecco perché si parla di “funzione del sintomo” all’interno del sistema relazionale in cui l’individuo è inserito. Il disagio, infatti, molto spesso nasce dal rimanere legati a vecchi schemi relazionali che ad un certo punto non si conciliano più con la situazione attuale della famiglia, oppure dal rifiutarsi di assolvere ai compiti evolutivi che la vita richiede perché ritenuti troppo gravosi ed emotivamente insostenibili. Quando si cerca di resistere al cambiamento, alla crescita personale o dell’altro, alla “perdita” di riferimenti emotivi e affettivi per qualcosa di nuovo, allora si spegne la nostra spinta vitale, si blocca l’energia che porta l’uomo alla piena realizzazione del proprio sé e si genera sofferenza.
L’approccio alla complessità tipico della psicoterapia sistemico-relazionale, che tradizionalmente opera sul sistema familiare, viene utilizzato anche con il singolo individuo proponendo punti di vista alternativi, sottolineando narrazioni diverse, proponendosi come interlocutore reale che esplicita idee e stati d’animo, falsificando attivamente le idee presentate e presentificando “altri” del contesto del paziente.
A quali modelli teorici fa riferimento questo approccio psicoterapeutico?
Il modello sistemico-relazionale integrato si ispira agli orientamenti tracciati dai pionieri della terapia familiare lungo la strada aperta da Bateson, arricchiti dagli studi e dalle applicazioni cliniche della Teoria dell’Attaccamento. Sono inoltre accolti ed elaborati i contributi provenienti dai più recenti studi ed approcci sul trauma quali EMDR, Teoria Polivagale, Sensory Motor Therapy, Schema Therapy, TMI. Il modello sistemico integrato valorizza sia la collaborazione con figure professionali e agenzie diverse, sia l’elaborazione di interventi con al centro il protagonismo del cliente riconoscendone la capacità di partecipare attivamente al trattamento. La valenza integrativa dell’approccio sistemico permette di accogliere ciò che emerge dalla ricerca in campo psicoterapico senza perdere di vista la prospettiva relazionale e l’attenzione al contesto, nel quadro di un reciproco influenzamento tra ricerca e clinica, per cui un clinico deve anche essere in una certa misura un ricercatore. Particolare risalto viene dato alla ricerca valutativa degli studi di esito, per consentire allo psicoterapeuta di acquisire ed interpretare i dati della ricerca, introducendo nella pratica gli strumenti per rivedere criticamente il proprio operato.
La psicoterapia sistemico-relazionale quindi:
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offre un contesto terapeutico in cui la relazione è strumento utile ed efficace per esprimere se stessi in modo autentico;
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punta alla comprensione delle relazioni tra persone, all’elaborazione dei significati sottostanti che molto spesso traggono origine dal passato ma influenzano quotidianamente il presente;
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permette di recuperare le proprie risorse personali e interpersonali per favorire il personale percorso evolutivo e offre nuove possibilità comunicative alternative a quelle sperimentate in precedenza.
Come interviene la psicoterapia sistemico-relazionale
Il fine della terapia sistemico-relazionale è quella di comprendere la funzione relazionale del sintomo e di trovare nuovi modi e strategie per rapportarsi con il proprio sistema di appartenenza. Il lavoro sarà incentrato sui vissuti personali, sulla comprensione relazionale del sintomo, sulla comunicazione, sulla trasformazione delle dinamiche disfunzionali, e sull’utilizzo e acquisizione di nuove strategie. La terapia sistemico-relazionale permette al terapeuta di prendere in considerazione il sistema familiare e il sistema coppia, oltre al lavoro incentrato solo sull’individuo.
La psicoterapia sistemico-relazionale ha il compito di andare a riparare quelle relazioni che l’individuo avverte come problematiche tramite il cambiamento delle dinamiche disfunzionali presenti nel proprio contesto di riferimento; la sua funzione è quella di apportare un rinnovato benessere soggettivo e sociale.